mercoledì 8 giugno 2011

Acqua pubblica: tra sprechi dei cittadini, malfunzionamenti della rete idrica e letture errate dei contatori


di Eduardo Parente


Il costo dell'acqua in Italia non è un gravoso problema per le finanze dei cittadini, infatti sembra essere il meno caro d'Europa. Ma lo l'esiguo valore monetario sembra essere una delle cause degli enormi consumi - tra i più alti d'Europa - e perdite di questa preziosa risorsa. 


Le cause più consistenti sono da attribuire però alle perdite dell'acqua ed a questo proposito il malfunzionamento e la cattiva gestione degli impianti idrici italiani rappresentano i punti cardine di uno spreco che di sicuro si potrebbe evitare. Il corriere della Sera di una settimana fa ha pubblicato uno speciale proprio sugli acquedotti italiani verificando costi, sprechi e caratteristiche organolettiche dell'acqua. In riferimento ai costi si è preso come "consumo campione" quello pari a 200 metri cubi all'anno. Il costo medio nazionale per questa quantità è di 286 euro all'anno, con oscillazioni del costo che può variare a Milano di circa 100 euro, il più basso in assoluto, o a Firenze di 448 euro che è il più alto. 


Ma il dato più importante è quello rappresentato dalla verifica degli sprechi di questa risorsa, che sono a dir poco allarmanti. Il 34% del costo dell'acqua non è fatturato, ciò significa che più di un terzo della risorsa  risulta essere "dispersa" nelle modalità più svariate. Una delle tante può essere l'errata lettura del contatore, anche se questo non rappresenta la causa più importante che invece sembra essere imputata a malfunzionamenti della rete idrica  o a guasti occasionali che non possono essere evitati. In realtà questo potrebbe essere, ma confrontando il dato italiano italiano con quelli di altri paesi appare subito lampante che in Italia c'è qualcosa che non va. In Francia, Gran Bretagna, Germania gli sperchi dell'acqua hanno percentuali decisamente inferiori nell'ordine rispettivamente del: 26%, 18% e del 7%. Oltre ai casi di dispersione per malfunzionamenti ed intoppi vari c'è poi la pessima cultura idrica da attribuire al popolo italiano, infatti noi consumiamo mediamente un 70% di acqua in più rispetto a quella che realmente ci servirebbe. 


Dunque cominciamo noi per primi ad avere più cura della risorsa primaria per noi di vitale importanza, così da cercare di evitare sprechi, costi più alti e certi scaricabarile da parte di società di gestione idrica che poi, immancabilmente, puntano il dito soprattutto sulla nostra condotta abituale, al momento purtroppo difforme da una linea di tutela dell'acqua più consona alle esigenze quotidiane.

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