domenica 5 giugno 2011

Romano Prodi, il candidato ideale per mediare con Gheddafi?




di Eduardo Parente


Da qualche giorno circolano voci su di una lista di possibili candidati che l'UE dovrebbe inviare in Libia per cercare in qualche modi di convincere il rais Gheddafi a lasciare il potere. Tra i nomi sembra che sia anche quello di Romano Prodi, il quale però smentisce con un secco:" io mediatore? Non so nulla". In realtà se la strategia diplomatica dell'Unione Europea dovesse corrispondere a realtà sarebbe davvero improbabile che laddove hanno fallito missili, droni e bombe, possano invece riscuotere successo interventi di natura diversa.


Ma perchè il nome dell'ex Presidente del Consiglio è uscito fuori? Perchè tra la rosa di possibili candidati di questa famosa lista diplomatica dell' UE è uscito proprio il suo nome? Tempo fa Panorama pubblicò un articolo scottante sui rapporti tra il segretario particolare del colonnello di Tripoli, Bashir Saleh Bashir, e Romano Prodi. Il perchè è presto detto: il factotum del rais è presidente della Tèresys, fondazione di San Marino in cui gravita Prodi  ed altri personaggi di spicco a lui vicini. Dopo lo scoop di Panorama dal sito ufficiale dell'Azienda è sparito, come per incanto, il nome del segretario libico.


La Fondazione condivide gli uffici con una società di consulenza - Pragmata - legata a sua volta a Nomisma, un'altra creatura prodiana. Inoltre un certo Piero Scarpellini fondatore di Pragmata, nonchè consulente della presidenza del Consiglio per i paesi africani a partire dal 2006, risulta essere uno dei direttori della stessa Tèresys. Facendo un tour virtuale tra le photogallery di Tèresys Prodi appare molte volte al fianco di Bashir. 


Questi fitti intrecci di interessi tra Aziende e nomi, tra cui Prodi, sarebbero alla base dei motivi per cui proprio lui potrebbe essere tra i candidati ideali per porre fine al potere totalitario del rais in Libia, e forse quello che non sono riusciti a fare bombe e missili potrebbe essere fatto in nome del business, che di sicuro è l'unico argomento persuasivo capace di far ragionare anche il più sanguinario dei dittatori.


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