giovedì 9 giugno 2011

L'immigrazione come strumento di lotta politica, e i giornali ci vanno a nozze



di Eduardo Parente

Continuano a chiamarci razzisti: Human right watchs  parlò chiaro poco più di un mese fa . Una organizzazione planetaria che difende i diritti umani ci ha definito un paese poco incline all'accoglienza. Una vera infamia che piomba sul capo di una Nazione come la nostra,  forse l'unica in Europa da sempre impegnata sul fronde dell'immigrazione.

Ma noi siamo razzisti a prescindere. Simbolico fu  il servizio delle Iene, di qualche mese fa,  che vide protagonista Giulio Golia che si finse tunisino immigrato a Manduria, andando in giro in cerca di solidarieta' dai cittadini. Per tutta la durata del servizio lo stesso Golia si meravigliò di quanto fosse spiccata la solidarieta' degli abitanti che lo aiutarono in tutti i modi: cibo, vettovaglie, abiti, soldi. Abbracci e gesti umani di grande valore per dimostrargli una solidarieta' non solo materiale ma anche morale. Queste le parole di Golia: " e poi ci chiamano razzisti". Solo alla fine del servizio ci fu qualcuno che lo prese a fucilate, di sicuro un pazzo infame. Il giorno dopo la 'vicenda Golia'  buona parte dei giornali italiani scelsero il seguente titolo:" inviato delle Iene - finto immigrato - preso a fucilate a Manduria". Caratteri cubitali di cotanta faziosita' , ma pochissime righe dedicate ad una solidarieta' generale probabilmente mai vista in nessun altro paese d'Europa. Qualche ora dopo i contatori di  Blog, social Network, You tube registrarono share di tutto rispetto,  e migliaia furono i commenti, opinioni del popolo del web contro una vicenda valutata solo in minima parte, tralasciando alcuni dettagli fondamentali.

l'immigrazione in Italia non sarebbe un problema se vivessimo in uno stato che potrebbe far fronte economicamente alla tutela del suo popolo. Non possiamo e non dobbiamo far finta di niente quando si tratta di accogliere popoli che cercano nella nostra nazione una speranza di rinascita e di libertà, lontani da bombe, massacri e regimi totalitari. Sarebbe bello però riconoscere qualche volta i nostri meriti, l'innato valore morale a cui la maggior parte del popolo italiano è incline, e per questo la stampa nazionale dovrebbe servire da cassa di risonanza. 

Il sistema fazioso e prepagato a monte della maggior parte della galassia editoriale italiana ha delle logiche economico-politiche che esulano da una deontologia giornalistica neutra. Dovrebbero raccontare i fatti cosi come sono e non sovvertire i contenuti di un fatto di cronaca, piegandoli alle esigenze del partito politico di turno. Tutto serve e tutto è lecito quando in ballo ci sono poltrone da occupare, e la lotta politica degli ultimi mesi rappresenta un giustificativo abominevole per cotanta faziosità pseudo intellettuale. 

Abbiamo la Lega al Governo e questo basterebbe per identificare un intero paese razzista, quasi xenofobo. 'E meno male che abbiamo la Lega' - qualcuno potrebbe dire - . Nonostante ci sia al comando un partito decisamente contro l'immigrazione in Italia gli immigrati continuano ad arrivare e noi giustamente li accogliamo, perchè è nostro dovere farlo. Però continuano a chiamarci razzisti perchè in Italia abbiamo la Lega.

Molti non si rendono conto che in Italia il popolo degli immigrati sta assumendo sempre di più le sembianze di una vera e propria scure, un'arma di offesa strumentale alla lotta politica per la conquista del potere. Basta osservare le campagne elettorali dell'ultimo decennio - soprattutto l'ultima delle amministrative -  quasi tutte incentrate sugli immigrati. 'La destra non  li vuole la sinistra si'. Entrambe cercano di far leva sul proprio elettorato. Questo in sintesi l'argomento base, trasposto all'occorrenza ed in base al partito di riferimento, in slogan dai toni più svariati, scritti con un'acume ed una professionalità degna di titolisti con tanto di abilitazione.

Ma a quale scopo tutto questo? Il ventennio Berlusconiano - qualcuno ama definirlo cosi - non è bastato a sconfiggere l'immigrazione, nè è bastato per riuscire a sensibilizzare l'UE a prendere dei provvedimenti in merito ad una più equa distribuzione dei flussi migratori in tutti i paesi della Comunità Economica Europea. D'altro canto anche la sinistra italiana - da sempre in uno stato di limbo ideologico combattuto tra la parte moderata e la parte reazionaria -  nelle sue fasi di Governo, ha sempre avuto un atteggiamento ambiguo sul tema immigrazione. Ma poi, come per incanto, nei momenti di campagna elettorale tutti vogliono lanciare sul piatto atteggiamenti contrapposti ma ben precisi. E la stampa, in questa fase, ci va disgustosamente a nozze.


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