lunedì 6 giugno 2011

Referendum e consultazioni: ambiguità dei tigì italiani




di Eduardo Parente


A pochi giorni dalla tornata referendaria non sembra smorzarsi la tensione in atto oramai da tempo. L'interesse è rivolto al raggiungimento del quorum per la validità della consultazione popolare, e qui il ruolo dei notiziari italiani sembra essere di tutt'altra natura rispetto invece a quello che dovrebbero avere dei normali tg il cui unico compito è quello di informare correttamente.  


Gli appelli per andare a votare si sprecano in questi ultimi mesi ed a lanciarli sono quasi tutti gli esponenti delle forze politiche italiane e dai vari comitati pro e contro il referendum abrogativo; diversamente i tg, in particolare Rai uno, Rai due e Rete quattro, sembrano essere al quanto disarcionati nella diffusione dell'evento referendario imminente. 


La prima rete nazionale - accusa il popolo del web - ha sbagliato addirittura nella divulgazione delle date in cui si deve andare a votare: il 13-14 giugno. Queste sono le date diffuse, uno sbaglio clamoroso considerato che le date ufficiali, da mesi, sono il 12-13 giugno. Una semplice svista? Per molti invece appare una faziosità belle e buona. Roberto Zaccaria, deputato PD ed ex Presidente della Rai, accusa tg2 tg4 di aver ignorato i temi referendari nell'ambito delle loro edizioni serali, che da sole possono essere viste da oltre 25 milioni di utenti, quota necessaria per determinare il quorum.


Il PDL invece invita a non strumentalizzare i temi referendari come arma di propaganda ulteriore contro il Governo , facendo un appunto, inoltre, sul fatto che - secondo loro - c'è un rischio altissimo di infiltrazioni mafiose nello sviluppo di energie alternative quali, per esempio, quella relativa alle pale eoliche.


Anche Veltroni invita, a mezzo facebook, a votare 4 volte SI esprimendo il timore che non si raggiunga il quorum necessario che invaliderebbero le consultazioni. Per cui tutti a votare. Crediamo, però, che tale invito del PD dovrebbe essere rivolto in prima istanza a quei  "Democratici" che che fanno parte del comitato del NO - sull'acqua pubblica -  e che rappresentano una buona maggioranza: vedi l'articolo   http://cosechemoltifann0fintad
inonsapere.blogspot.com/2011/06/pd-sullacqua-pubblica-bersani-dice-si.html

In conclusione riteniamo che la politica italiana, almeno la maggior parte di essa e dei partiti maggiori, non abbia le idee molto chiare sui temi referendari e che i numerosi interessi che gravitano attorno all'energia nucleare e alle altre fonti alternative decretino una sorta di limbo d'informazione che di sicuro non piace al popolo.



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